Ballarate Piero S.r.l.
A proseguire l’attività nel 1996 è Piero, che con la moglie Anita da centro città apre a Camerlata (cintura di Como) l’attuale sede della ditta Ballarate Piero S.r.l.. Si comincia così ad introdurre la vendita di articoli di hardware e software. Nel nuovo logo viene affiancato al volto della persona che sovraintende, la matita che simboleggia la creatività ma legati da una banda gialla che li lega alla tradizione.
In pochi anni la ditta Ballarate Piero viene scelta dai più importanti produttori quali HP, Microsoft, Acer, Canon, Epson come loro riferimento per la provincia di Como.
Entrano nell’organico della ditta anche i due figli Marco e Andrea. Siamo quindi alla quarta generazione della famiglia Ballarate, facendo si che la nostra attività possa considerarsi una delle più antiche e radicate nel territorio di Como.
Sede di piazza Boldoni
La nostra ditta fu la prima ad adottare quelli che allora erano i più moderni sistemi CAD. I fratelli Ballarate Pietro e Paolo (figli di Carlo) negli anni ’70 nella sede di piazza Boldoni 17 a COMO proseguirono e incrementarono l’attività. Si propose per la prima volta nella città il “service” ovvero offrire ai clienti tutti i servizi di stampa che richiedono attrezzature professionali.
Con il passare degli anni e con l’evoluzione del disegno tecnico “La Fototecnica” cominciò ad affiancare alle lavorazioni fotografiche la vendita e l’assistenza dei tavoli per disegno e si aggiunse al logo con la macchina fotografica anche il simbolo del tecnigrafo.
La Fototecnica
La nostra storia cominciò negli anni “40 “ con Mino Ballarate”, che volle mettere a frutto una tra le sue molteplici passioni: la fotografia. Nacque così in via Rodari a Como “La Fototecnica”.
In quel periodo storico la “fotografia industriale” era l’unico mezzo per poter riprodurre documenti o disegni tecnici.
L’elemento macchina fotografica diventò così il logo della ditta e andò a sostituire la semplice scritta dell’inizio attività. In quegli anni “La Fototecnica” ebbe citazione storica, in quanto nella notte dopo la cattura del Duce (avvenuta per opera dei partigiani) a Dongo, gli stessi fecero fotografare nell’allora sede di via Indipendenza a Mino e suo figlio Carlo il carteggio sottratto a Benito Mussolini.